venerdì 12 ottobre 2012

Le 10 torture medievali più dolorose

Tortura medievale











Il Medioevo non fu certo un bel periodo in cui vivere, soprattutto alla luce dei nostri comodi standard moderni. La maggior parte delle persone erano povere, soffrivano malattie, e la loro libertà era in mano di ricchi proprietari terrieri. Per non parlare del fatto che avevate commesso un crimine e non potevate permettervi di pagare una multa, la vostra mano correva il rischio di essere tagliata, così come poteva accadere anche alla vostra lingua. La tortura non era così comune come molti pensano, ma Dio non voglia, se le autorità volevano farvi confessare qualcosa! Il Medioevo è stato il periodo d’oro delle tecniche di tortura e dei dispositivi che infliggevano terribili dolori, Erano veramente spaventosi anche al solo vedersi. Vediamo, dunque, le 10 tecniche di tortura più spaventose del Medioevo, così come ce la ha sapientemente
1) Palo affilato spinto dal basso verso l’altro attraverso il corpo della vittima. Se tu fossi stato Vlad l’Impalatore (più comunemente noto come Dracula) del 15 ° secolo della Romania, avresti semplicemente torturato le tue vittime costringendole a sedersi su un palo di un certo spessore. Il palo veniva poi sollevato in posizione verticale e la vittima lasciata  scivolare più in basso dal suo stesso peso. Spesso, il palo emergeva attraverso lo sterno in modo che la sua punta veniva ad essere posta sotto il mento per impedire un ulteriore scorrimento. Spesso passavano anche 3 giorni prima che la vittima di turno morisse. Sembra che Vlad abbia praticato siffatta forma di tortura tra le 20.000 e 300.000 volte. Si dice anche che abbia goduto di un pasto durante uno di questi momenti.
2) La culla di Giuda. Forse un po’ meno sadica dell’impalamento, ma lo stesso decisamente raccapricciante. L’ano della vittima o la vagina veniva posizionata sulla punta della piramidale culla, poi abbassato su di esso da alcune corde. L’effetto era quello di allungare l’orifizio per un lungo periodo di tempo, o infilarlo lentamente. La vittima solitamente era nuda, aggiungendosi dunque all’umiliazione globale della tortura. Talvolta dei pesi venivano aggiunti alle gambe per aumentare il dolore e accelerare la morte. Questa tortura può durare da poche ore a giorni interi. Il dispositivo è stato raramente lavato, in modo tale che la vittima potesse anche cadere preda di una dolorosa infezione.
3) La gabbia. Spesso è stata vista anche in alcuni film ambientati proprio nel Medioevo. La vittima designata veniva posta all’interno di una gabbia metallica approssimativamente fatta a forma del corpo umano. I torturatori potevano anche costringere le vittime in sovrappeso in un dispositivo più piccolo, o anche fare la “bara” leggermente più grande del corpo di una vittima per creare più disagio. La gabbia spesso veniva appesa ad un albero o a una forca. Per i crimini gravi, come eresia o blasfemia, molte persone sono state punite con la morte dentro la bara. La gabbia, esposta al sole, permetteva agli uccelli o altri animali di mangiare la carne degli imprigionati. A volte gli spettatori lanciavano pietre e altri oggetti per aumentare ulteriormente il dolore della vittima.
4) La cremagliera. Si ritiene che sia stato una delle forme più dolorose di tortura medievale. Esso era costituito da un telaio di legno di solito con due tiranti fissati al fondo e altri due legati ad una maniglia in alto. Quando il torturatore girava la maniglia, le corde tiravano le braccia della vittima, finendo poi per rompere le ossa del malcapitato. Talvolta, gli arti venivano addirittura strappati fuori dal corpo.   Nel tardo Medioevo, una nuova variante di rack è riapparsa. Sono stati aggiunti dei picchi che penetravano la schiena della vittima. In tal modo non solo gli arti venivano strappati fuori, ma anche il midollo spinale, aumentando non solo il fisico dolore, ma anche il dolore psicologico di sapere che, qualora lui o lei fossero sopravvissuti, una mobilità fisica di qualsiasi tipo sarebbe andata perduta per sempre.
 
5) Straziatoio del seno. Usata come una punizione terribile per le donne, la mutilazione del seno è stato usato per infliggere dolore alle donne accusate di aver praticato aborti o commesso adulterio. Delle specie di artigli venivano messi sui seni esposti della vittima, in modo che le punte penetrassero con forza, finendo per strappare o rompere il seno. Se la vittima non rimaneva uccisa, rimaneva segnata a vita con i suoi seni letteralmente a pezzi. Una variante comune è conosciuta come “The Spider“, che è uno strumento simile attaccato a una parete. Il seno della vittima veniva fissato con degli artigli e la donna veniva tirata dal torturatore dalla parete, finendo per essere mutilata. Questa è stata una brutale punizione che spesso ha portato alla morte della vittima.
6) La pera dell’angoscia. Questo strumento brutale è stato usato  anch’esso per torturare le donne che hanno effettuato aborti, i bugiardi, i bestemmiatori e gli omosessuali. La strumento a forma di pera veniva inserito in uno degli orifizi della vittima: la vagina per le donne, l’ano per gli omosessuali e la bocca per i bugiardi e i blasfemi. Lo strumento era composto da quattro foglie che lentamente si separavano le une dalle altre, quando il torturatore girava la vite dalla parte superiore. Il dispositivo poteva strappare la pelle o si  espandeva per mutilare l’orifizio della vittima. La mandibola poteva slogarsi o rompersi. Le pere dell’angoscia sono ancora esistenti e riccamente incise o ornate per differenziare quelle anali, vaginali e quelle orali. Questa tortura raramente ha portato alla morte, ma è stata spesso seguita da altri metodi di tortura.
7) La ruota. Chiamato anche The Catherine Wheel, questo dispositivo ha sempre ucciso la sua vittima, ma lo ha fatto molto lentamente. Gli arti della vittima erano legati ai raggi di una grande ruota di legno. La ruota lentamente ruotava mentre il torturatore fracassava le membra delle vittime con un martello di ferro, rompendole in diversi punti. A volte le ossa del malcapitato si rompevano e veniva lasciato sulla ruota a morire. A volte la ruota veniva posta su un palo alto in modo che gli uccelli potevano prendere e mangiare la carne dell’essere umano ancora vivente. A volte occorrevano due o tre giorni alla vittima per morire di disidratazione. A volte, invece, se la vittima era “fortunata” il boia gli sparava al petto e allo stomaco (colpi conosciuti anche come colpi di grazia) finendo per ucciderlo e ponendo fine alla sua tortura.
8) La sega. Le seghe sono strumenti di tortura più comuni perché erano facilmente rinvenibili nella maggior parte delle case e non erano necessari dispositivi complessi. Si tratta di un modo economico per torturare e uccidere una vittima accusata di stregoneria, adulterio, omicidio, bestemmia o addirittura di furto. La vittima era legata a testa in giù, permettendo al sangue di essere deviato al cervello. Ciò garantiva che la vittima fosse cosciente il più a lungo possibile, rallentando la perdita di sangue e causando  massima umiliazione. La tortura poteva durare diverse ore. Mentre alcune vittime sono state tagliate completamente a metà in una sorta di gesto simbolico, la maggior parte di esse venivano tagliate fino a loro addome per prolungare il tempo necessario per morire.
9) Lo spaccatesta. Era un metodo di tortura popolare utilizzato da parte dell’Inquisizione spagnola, tra gli altri. Il mento della persona era posto sopra una barra inferiore e la testa sotto una calotta superiore. Il torturatore girava lentamente la vite, premendo la barra contro il tappo. La testa veniva poi lentamente compressa, prima mandando in frantumi i denti nella mascella, poi seguiva una morte lenta con dolore straziante. Alcune varianti di questo dispositivo includevano dei piccoli contenitori che ricevevano i bulbi oculari quando venivano schiacciati sulle orbite delle vittime. Questo strumento è un modo efficace per estorcere confessioni, in quanto il periodo di dolore può essere prolungato per molte ore se il torturatore così decide. Se la tortura viene sospesa a metà strada, la vittima spesso subisce danni irreparabili alla mandibola, al cervello o agli occhi.
10) Lo spacca-ginocchio. Un altro strumento favorito da parte dell’Inquisizione spagnola per la sua versatilità, è stato lo spacca-ginocchio. Era uno strumento con punte affilate attrezzate su entrambi i lati dell’impugnatura. Quando il torturatore girava la maniglia, gli artigli lentamente schiacciavano e penetravano la pelle e le ossa del ginocchio. Anche se il suo uso ha determinato in rari casi la morte, l’effetto è stato quello di rendere le ginocchia completamente inutili. A volte, è stato utilizzato anche su altre parti del corpo compresi i gomiti, le braccia e anche le caviglie. Il numero di punte dello spacca-ginocchio variava da tre a più di venti. Alcuni artigli sono stati riscaldati in anticipo per massimizzare il dolore, altri avevano decine di artigli più piccoli che penetravano la carne lentamente e dolorosamente.

giovedì 11 ottobre 2012

lunedì 8 ottobre 2012

Diminuire i costi della bolletta

Carissimi lettori, se siamo amanti dell' ambiente e del portafoglio, vi ricordo dei piccoli accorgimenti che, se usati con costanza e temperamento, possono far bene all' ambiente che ci circonda e farci anche risparmiare oltre 300 euro all' anno.
Vediamoli insieme:
  • L' etichetta energetica
    ci informa con una scala di consumo energetico delle apparecchiature elettriche. E' raffigurata da questa immagine, ormai diventata una vera e propria unità di misura per i consumatori. Dal luglio del 2004, alle 7 classi di appartenenza che vanno dalla A alla G sono state aggiunte A+ ed A++. Quest' ultima classe è il massimo del risparmio energetico, ambientale e per le nostre tasche. Facendo riferimento alla nuova finanziaria del 2008, vi ricordo che c'è il bonus di 200 euro sull' acquisto di un frigorifero o, di una congelatore con classe non inferiore A+.
    Il risparmio optando per questa scelta sarà in media di 100 euro all' anno se non di più

  • Lampadine a Risparmio energetico
    consumano mediamente 1/5 delle lampadine tradizionali con un risparmio di 86 €uro all' anno.Ad esempio: tre lampadine tradizionali per complessivi 300Watt restano accese per un totale di 38 ore la settimana, ovvero 2000 ore l’anno; ognuna di queste ha una vita media di 1000 ore e costa circa 1 €. Per produrre la stessa luce (100Watt) si usano tre lampadine da 20Watt cadauna che restano accese per lo stesso tempo, per un totale di 2000 ore annue. Ognuna di queste ultime lampadine ad “alta efficienza” costa circa 10 € ed ha una vita media di 10000 ore e quindi 5 anni. Dopo 5 anni, al conteggio delle spese totali (lampadine e consumi) si scoprirà di aver pagato 570 €, mentre per le stesse ore di illuminazione e della stessa intensità di luce, le spese saranno di 138 €. Il risparmio netto è di 432 € in 5 anni, ovvero 86 € all’anno.
  • Consigli sull' utilizzo degli elettrodomestici.
  • Frigorifero:
    Il frigorifero va tenuto lontano da fonti di calore, va posizionato ad una giusta distanza dal muro e lo sbrinamento deve avvenire periodicamente.
    Quando il motore del nostro frigorifero non smette mai di funzionare questo significa che esso non è in grado di soddisfare il livello di freddo programmato.
    l consumo di un frigorifero a 4 stelle ad alta efficienza è pari a 220 kWh annui in meno (36 € l’anno) rispetto al dispendio energetico di un frigorifero a 4 stelle normale.
  • Lavatrice
    Un lavaggio alla temperatura di 90° C comporta un consumo energetico più del doppio di un lavaggio a 40° C. Con l’utilizzo dei nuovi detersivi non è più necessario che la temperatura superi i 60° C per ottenere un bucato ottimale.
    Facendo, in media, 4 lavaggi settimanali a 60° C invece di 90° C, avremmo un risparmio di 36 € annui pari a 220 kWh annui.
  • Lavastoviglie
    Rimuovere dalle stoviglie i residui più grossi di cibo e pulire il filtro dopo ogni lavaggio.
    Utilizzare l’apparecchio preferibilmente a pieno carico.
    Eliminare l’asciugatura a fine lavaggio, poiché aprendo lo sportello per far circolare l’aria è più che sufficiente per asciugare le stoviglie. Ciò consente un risparmio di circa il 45% di energia, riducendo la durata del ciclo di almeno 15 minuti.
  • TV e Videoregistartore

    La TV ed il videoregistratore quando lasciati in stand-by (spenti col telecomando) possono arrivare a consumare la stessa quantità di energia elettrica necessaria per il loro uso.
  • Computer
    Un computer in piena attività ha un consumo energetico in media di 500Watt. La parte del computer che assorbe più energia è lo schermo.
    E’ falsa l’idea che l’accendere e lo spegnere ripetutamente il computer può provocargli dei danni. Quindi è sempre meglio spegnerlo quando serve. I computer di nuova generazione presentano funzioni per risparmiare energia.
  • Stand-by
    Visto che la funzione di stand-by comporta consumo di energia elettrica, infatti 20 ore giornaliere di stand-by consumano 200 kWh annui (33 € ), è meglio spegnere completamente gli apparecchi e gli elettrodomestici normali. In quanto è bene sfruttare la funzione di stand-by solamente per gli apparecchi che non possono essere spenti (es. apparecchiature programmabili).

lunedì 1 ottobre 2012

Energia Eolica - WindBelt

 
Windbelt: mini eolico a basso prezzo
Mini eolico Shawn Frayme Windbelt - Foto ecogeek
Come si fa a produrre energia in luoghi molto poveri e isolati dalla rete elettrica? E’ come l’uovo di Colombo: è semplice, ma ci vuole un’idea geniale.
Come quella di Shawn Frayne, 28 anni, che è stato folgorato dalle immagini dei ponti oscillanti sin da quando frequentava le scuole medie. Avete presente quei lunghi ponti americani che, prima di crollare, oscillano paurosamente come degli elastici? Ecco, quelle immagini lì.
E fu così che il giovane Shawn, ipnotizzato dalle vibrazioni aeroelastiche (aeroelastic flutter) un giorno si disse: perché non usare quelle vibrazioni per produrre energia elettrica? La lampadina gli si accese visitando un villaggio di pescatori haitiano, nell’isola di Petit Anse. Là la rete elettrica non arrivava e per scuole e case si usavano generatori a diesel o kerosene. “Non è possibile” pensò Shawn, e fu così che inventò un eolico senza turbina e a bassissimo costo. Una tecnologia eolica che costa 10 volte meno dell’eolico tradizionale e che è da 10 a 30 volte più efficiente delle migliori microturbine.
Il problema del mini eolico attuale infatti è che non si può restringere la turbina all’infinito: sotto i 50 watt l’attrito causato dai vari componenti delle turbine è eccessivo. Ci sono però molte situazioni, frequenti nei paesi in via di sviluppo, dove il mini eolico farebbe davvero comodo. Come in quelle case con una lampadina e una radio di Petit Anse.
L’idea di Shawn allora è questa: prendere un tessuto e metterlo in tensione come fosse una corda di violino. Il tessuto, esposto al vento, oscillerà come quei ponti di cui si diceva prima. Si otterrà una vibrazione ad alta frequenza da trasformare in elettricità. Come? E’ qui la genialata. Ad ognuno dei due estremi del tessuto vengono posizionati due piccoli magneti rotondi, attratti l’uno dall’altro e separati solo dal tessuto stesso. Le due calamite oscillano all’interno di due bobine di rame e si ottiene così energia elettrica.

sabato 29 settembre 2012

Pannelli fotovoltaici nel deserto per alimentare la cina

Pannelli solari nel deserto per illuminare la Cina

desert
La Cina è presente nel novero dei maggiori produttori mondiali di pannelli fotovoltaici, attraverso l’azienda Yingli Solar, che si è aggiudicata i diritti sui prossimi Mondiali in Sudafrica di calcio per sponsorizzare il proprio logo e le proprie iniziative.
Questa ditta ha un progetto davvero ambizioso, raggiungere i 20 Gigawatt di produzione solare entro 2020, interamente dal fotovoltaico. Secondo stime quasi fantascientifiche, coprendo un decimo del deserto del Gobi con pannelli solari, l’area sarebbe sufficiente a mantenere accesa e funzionante tutta la Cina. Per intenderci, la zona sarebbe estesa quanto metà dell’Italia. Utopia o realtà scientificamente realizzabile? Questa è la nuova sfida che Pechino ha lanciato al mondo intero.

mercoledì 26 settembre 2012

La Fondazione Keshe - Cos'è e come funziona

La Fondazione Keshe – Cos’è e come funziona

La Fondazione Keshe è un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro e non religiosa fondata dall’ingegnere nucleare Mehran Tavakoli KESHE che mira a sviluppare nuove conoscenze scientifiche, nuove tecnologie e nuove soluzioni ai grandi problemi globali come la fame, la carenza d’acqua, la mancanza di energia elettrica, i cambiamenti climatici e le malattie.
Ma vediamo in cosa consiste e come funziona questa nuova tecnologia rivoluzionaria.
Tratto da keshefoundation, tradotto da hearthaware
Questo video è una breve introduzione alla Fondazione Keshe e alla sua tecnologia, destinata ad essere condivisa con voi e con il resto del mondo. I governi mondiali ne sono già a conoscenza ed è molto importante che anche voi facciate altrettanto perché può cambiare le nostre vite completamente.

La Fondazione


Il fondatore M.T. Keshe
La Keshe Foundation è stata fondata da Mehran Keshe, nato in Iran e laureato in ingegneria nucleare alla University of London. Negli ultimi 40 anni le sue ricerche si sono concentrate sulle dinamiche del plasma caricato elettricamente e utilizzato come fonte di energia e di campi gravitazionali. La Keshe Foundation è registrata come organizzazione senza scopo di lucro in Olanda ed ha la sua sede permanente a Ninove, in Belgio. Essendo un’organizzazione di ricerca spaziale, il suo obiettivo è stato lo sviluppo di tecnologia ad uso spaziale come il trasporto, la generazione di energia, i sistemi sanitari e la nutrizione per persone che viaggiano nello spazio.
Vediamo ora come Mr. Keshe ha scoperto come generare e controllare i campi gravitazionali. Questa scoperta ha centinaia di potenziali applicazioni che potrebbero contribuire a risolvere la maggiorparte dei problemi fondamentali del mondo, come carenza di energia, acqua, cibo e la contaminazione ambientale.

I principi di funzionamento

Tutto inizia con una nuova e diversa concezione della creazione della forza di gravità e della capacità di replicarla. Quando campi magnetici di simile intensità interagiscono, possono legarsi formando dei pacchetti sferici dinamici più grandi. Quando questi pacchetti dinamici rotanti interagiscono reciprocamente, generano a loro volta campi gravitazionali e magnetici. Ogni campo magnetico contiene allo stato di plasma tutti i tre principali tipi di materia: Materia, Antimateria, e Materia Oscura. Questi tre tipi di Materia interagiscono integrandosi in un più grande sistema dinamico, chiamato Plasma Fondamentale Originario o Neutrone.
Il neutrone può decadere nella coppia protone + elettrone, rilasciando pacchetti di radiazioni elettromagnetiche sotto forma di luce o energia. Notate che questo non è il modello fisico insegnato oggi nelle università! Ad ogni modo, simili condizioni di plasma magnetico sono state riprodotte in semplici reattori al plasma durante test ed esperimenti, rendendo possibile trasformare una semplice bottiglia di Coca-Cola in un reattore al plasma. La scoperta di questi nuovi principi ci permette di generare e controllare la materia e l’energia nei differenti stati di aggregazione solido, liquido e gassoso.
Eminenti scienziati hanno valutato e accettato l’applicabilità di questo metodo. Per spiegazioni più dettagliate visita il nostro sito web o leggi i nostri libri.

Sistemi sanitari

Siccome i viaggi spaziali saranno sempre più lunghi, gli astronauti avranno bisogno di un dispositivo sanitario portatile che li aiuterà a guarire da ogni tipo di malattie. Le cellule umane sono costituite da una combinazione di campi magnetici plasmatici che formano la struttura atomica di idrogeno, ossigeno, carbonio e azoto, le parti costituenti degli aminoacidi nel corpo umano. La nostra tecnologia sanitaria spaziale agisce direttamente su questa struttura anatomica plasmatica del corpo umano e la induce a ripristinare il suo stato di salute originale. La procedura è veloce, non richiede l’uso di compresse, iniezioni e non ha effetti collaterali.
Questa tecnologia è già stata sperimentata numerose volte grazie alla partecipazione di volontari che avevano rinunciato ad ogni altra forma di terapia medica. Sul nostro sito web potete visionare testimonianze e video delle sperimentazioni su SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), cancro, sclerosi multipla, morbo di Parkinson e cancrene. Visitate il nostro sito web per saperne di più sui molti altri casi gravi che abbiamo trattato. Per fissare un appuntamento presso le nostre strutture sanitarie in Belgio è disponibile un modulo di richiesta.

Altre applicazioni

La tecnologia Keshe può essere usata per risolvere i problemi mondiali più urgenti.
Energia
Con la nostra tecnologia è possibile produrre batterie e generatori di corrente al plasma fino a 10 kW senza bisogno di alimentazione, fornendo energia pulita e gratuita.
Trasporti
I reattori al plasma con doppio campo magnetico generano magnetismo e gravità e possono sollevare veicoli o navette. È possibile effettuare anche viaggi spaziali in condizioni simili a quelle terrestri.
Ambiente
Sfruttando il principio parallelo di attrazione magnetica, i nostri sistemi possono decontaminare fughe chimiche e radioattive e possono assorbire efficientemente le emissioni di anidride carbonica generando acqua pulita.
Nuovi materiali
Nel 2005 la nostra tecnologia è stata implementata in oltre 300 brevetti, come ad esempio la creazione di materiali conduttori per i processi industriali. Vi rinviamo al nostro sito web per approfondimenti.
Lo scopo di questo video è dire a tutti che queste tecnologie esistono, sono qui ora ed appartengono a voi. Essendo un’organizzazione senza scopo di lucro, la Keshe Foundation non appartiene ne è dipendente da alcuna organizzazione o società a carattere commerciale. Per assicurare il rilascio della tecnologia e per evitare il caos nel sistema, cerchiamo di collaborare con i governi che vogliono ricevere questa tecnologia e metterla a disposizione dei cittadini.
Purtroppo stiamo ancora incontrando molta resistenza da parte di qualche sistema di potere e da parte di corporations che si sentono falsamente minacciati da questa tecnologia. La fondazione è pacifica, non-religiosa e punta a rilasciare conoscenze scientifiche, tecnologie e soluzione ai grandi problemi mondiali. È importante per voi sapere che è vostro diritto beneficiare di questa tecnologia. Per riuscirci, dovrete fare le seguenti tre cose:
  1. Condividete questo video così informerete un maggior numero di persone. Più persone ne verranno a conoscenza, più difficile sarà opporre resistenza o bloccare i cambiamenti imminenti;
  2. Tenetevi informati attraverso gli articoli, le video conferenze e i documenti consultabili gratuitamente sul nostro sito;
  3. Chiedete all’ambasciatore della vostra nazione in Belgio di partecipare ai nostri eventi e di ricevere la tecnologia, così che possa renderla disponibile alla vostra nazione. Sul nostro sito web è stata messa a disposizione appositamente una lettera.
La tecnologia esiste e i suoi metodi sono stati comprovati. Anche se potrà sembrarvi troppo bello per esser vero, così stanno le cose. La tecnologia è vostra, quindi assicuratevi di potervi avere accesso per costruire un futuro migliore per tutti noi!
© 2012 Keshe Foundation
www.keshefoundation.org

martedì 25 settembre 2012

micro e mini eolico

Oggi, grazie alla tecnologia, è possibile sfruttare il vento per rendere energeticamente autosufficienti le nostre case. Vi presentiamo il mini e il micro eolico.
Alza le bandiere, rinfresca, asciuga, increspa le onde, fa volare gli aquiloni e produce energia. Si, quest’ultima forse non è proprio la prerogativa più conosciuta, ma se Madre Natura ci ha donato il Vento, perché non usarlo per rendere energeticamente autosufficienti le nostre case? Oggi, grazie alla tecnologia, questa pratica è ormai possibile ed attuabile per palazzine, ville, fabbriche e aziende. Sono chiamati microeolico e il minieolico, ma non lasciatevi spaventare dai diminutivi. Eolo soffia continuamente su questi impianti di piccola taglia che non solo limitano l'impatto sull’ambiente, ma permettono di salvaguardare anche il portafogli.
Gli aerogeneratori, ovvero le piccole pale bianche che girano come trottole, funzionano proprio come i loro vecchi cugini: i mulini a vento. La differenza sostanziale sta nel fatto che il movimento di rotazione delle pale viene trasmesso a un generatore che produce energia elettrica.
MICRO E MINI
Il minieolico, chiamato così in quanto le pale sono più piccole delle pale eoliche convenzionali per produrre l‘energia necessaria alle mega fabbriche, comprende tutti gli impianti che vanno dai 5 ai 60 Kw. Questa soluzione è indicata per aziende agrituristiche, artigiane, o per piccoli imprenditori.
Gli impianti che appartengono alla categoria micro-eolico, invece, sono quelli che possono arrivare a produrre massimo 5 chilowattora (Kw). Questi, sono vere e proprie pale eoliche domestiche che possono essere installate sul nostro tetto, sul terrazzo o sul balcone.
Secondo gli incentivi statali ogni chilowattora prodotto dalle nostre “girandole” può essere premiato con un rimborso di 30 centesimi di euro.
Focalizziamoci sul microeolico. Gli aerogeneratori della categoria micro sono venduti solitamente con sistemi aventi turbine ad asse orizzontale, i quali sono direzionabili rispetto al vento per ottimizzare il rendimento e la produzione di energia eolica. Si può scegliere tra una vasta gamma di modelli: monopala, bipala, tripala e, se volete produrre tanta energia, i multipala. Quest’ultima opzione è molto più costosa in quanto, con l’aumento del numero delle pale, diminuisce la velocità di rotazione, aumenta il rendimento e, di conseguenza, il costo dei generatori.
Il microeolico se destinato all’alimentazione di utenze isolate viene soprannominato Off-grid, mentre, se connesso alla rete elettrica è chiamato Gridconnected. Nel primo caso il generatore microeolico deve essere collegato a una serie di batterie. Per la connessione alla rete di distribuzione, invece, è indispensabile un inverter, in quanto è necessario che l’elettricità prodotta sia conforme agli standard di rete.

lunedì 24 settembre 2012

Risparmiare Benzina

L'aumento del caro benzina combinato con la crisi sta facendo preoccupare molti italiani,ma c'è un modo per risparmiare carburante?
ecco i nostri consigli per farlo!
  • Evitare le partenze razzo. In questa fase il consumo di carburante è molto elevato. Le partenze migliori sono il risultato di un gioco frizione-acceleratore graduale. Far andare troppo “su di giri” il motore in partenza è come buttare i propri soldi dalla finestra.
  • Passare alla marcia superiore. Tirare le marce per avere max. accelerazione può costarvi molto caro quando fate rifornimento. Al momento opportuno scegliete sempre di passare alla marcia superiore. Tra la quarta e la quinta marcia il consumo cala del 20% circa. Mantenere basso i giri del motore è una delle abitudini di guida più efficaci per risparmiare sul consumo di carburante.
  • Nelle lunghe soste spegnete il motore. Ad esempio al semaforo dei passaggi a livello.
  • In autostrada è preferibile mantenere una velocità costante. L’andatura irregolare e le continue variazioni di velocità, oltre ad essere pericolose, spingono fortemente in alto i consumi. Spingere l'auto fino a 130 km/h implica un consumo del 8/10% in più rispetto ad una velocità di crociera di 120 km/h. 
  • In prossimità dei semafori rossi è consigliabile decelerare fin da lontano. E' inutile fare la corsa per arrivare prima allo stop. Rallentando nel tratto di avvicinamento al semaforo potreste giungere all'incrocio col segnale verde evitando in questo modo una costosa sosta. Lo stop-and-go cittadino è una delle principali cause del consumo di carburante.
  • Il peso dell’automobile determina il suo consumo di carburante. Per ridurre la spesa lasciate a casa gli oggetti inutili. Il portabagagli posteriore non è uno sgabuzzino. Ogni chilo in meno farà risparmiare molti euro in carburante.
  • I porta-pacchi e dei porta-sci penalizzano l’aerodinamicità dell’automobile. Montateli soltanto quando vi servono avendo poi cura di smontarli successivamente. E' una questione di pochi minuti.
  • Tenere aperti i finestrini o il tettuccio apribile nei tratti extra-urbani agisce anche come effetto frenante per l’automobile, spingendo in alto il consumo di carburante. Apriteli soltanto per il tempo necessario al ricambio dell’aria nell’abitacolo.
  • Il climatizzatore dell’automobile non è gratuito. Il suo utilizzo può comportare una maggiorazione del 20% nei consumi. Usatelo con moderazione e soltanto quando è necessario. Impostare il climatizzatore a temperature troppo basse accresce il consumo in modo esponenziale. In città spegnetelo ed aprite il finestrino.
  • Una buona manutenzione dell’automobile è il segreto per contenere i consumi di carburante. Facciamo qualche esempio. Un filtro dell’aria otturato aumenta il consumo del 10-15%. Allo stesso modo, l’olio lubrificante troppo vecchio comporta uno sforzo maggiore al motore per lavorare. La convergenza errata delle ruote aumenta l’attrito con la strada. E’ quindi raccomandabile pianificare ogni anno un check up presso le officine autorizzate chiedendo il controllo completo della vettura. Le automobili moderne sono un concentrato di tecnologia, soltanto l’occhio esperto e l’adeguata strumentazione di controllo possono consentire di avere un quadro generale del veicolo.
  • La pressione dei pneumatici incide sui consumi e aumenta l’usura della gomma. I pneumatici sgonfi hanno un maggiore attrito con l’asfalto agendo come elemento frenante al moto della vettura. E’ buona norma far controllare la pressione dei pneumatici almeno ogni due settimane. Evitare anche di gonfiare troppo i pneumatici o le sospensioni dureranno poco. Sul libretto dell'auto è indicato il valore prescritto della pressione dei pneumatici. Inoltre, è necessario fare controllare la convergenza dell'auto dal gommista se tende verso un lato.
  • Mantenere la distanza di sicurezza dal veicolo che precede non è soltanto un fattore di sicurezza ma anche di risparmio. Mantenendo la distanza di sicurezza si evita di frenare e accelerare in risposta alle variazioni di velocità del mezzo che precede. Mantenere la distanza di sicurezza ed una velocità di guida costante e fluida consente di risparmiare sul consumo di carburante.
  • Un navigatore satellitare Gps evita di sbagliare strada e quindi riduce il consumo di carburante. Il prezzo dei navigatori satellitari è notevolmente sceso negli ultimi anni. In molti casi i navigatori sono dotati anche di speciali funzioni che permettono di ottenere informazioni sulle condizioni della viabilità e del traffico in tempo reale. Scegliere la strada migliore è uno dei passi razionali per risparmiare carburante.
  • Molte automobili hanno un computer di bordo. Il quadrante visualizza su un display il consumo di carburante nel mezzo. Tenere d'occhio questo dato mentre si guida aiuta a migliorare le proprie performance di eco-guida ed evitare gli sprechi.
  • Nelle discese e nei rallentamenti è consigliabile lasciare libero il motore ed evitare di accelerare. Sempre che le condizioni della strada lo permettano.  
  • venerdì 21 settembre 2012

    I dieci esperimenti più strani della storia

    1 - Somministrare una dose massiccia di LSD in un elefante per vedere se lo induce a pazzia. L’elefante muore. Conclusione: LSD è fatale per gli elefanti.
    2 - Dire ai passeggeri di un aereo che stanno per morire fa commettere loro molti più errori in un test scritto. Conclusione: situazioni di stress estremo danneggiano l’abilità cognitiva umana.
    3 - L’aspettativa di vita dei cani con due teste, creati dal chirurgo sovietico Demikhov, non supera il mese. Conclusione: il rigetto dei tessuti rende incompatibili gli animali.
    4 - Proibire a qualcuno di ridere quando gli si fa il solletico è impossibile. Lo ha sperimentato lo psicologo Clarence Yeuba sui figli e la moglie negli anni Trenta, ma con scarso successo. Conclusione: la risata è una risposta istintiva al solletico.
    5 - Apprendere mentre si dorme è possibile. Lo ha provato lo psicologo americano Lawrence LeShan nel 1942, quando si è chiuso in una stanza con un gruppo di ragazzi addormentati. Tutti i ragazzi si mangiavano le unghie e lo scienziato ha curato il loro tic ripetendo come un mantra “le mie unghie sono terribilmente amare”. Alla fine dell’esperimento, il 40% aveva perso il vizio. Conclusione: si può imparare dormendo.
    6 - C’è chi riesce a dormire in ogni situazione. La prova è arrivata dallo scienziato dell’Università di Edimburgo, Ian Oswald, che nel 1960 prese tre volontari e, tenendo i loro occhi aperti con del nastro adesivo, li sottopose a ogni sorta di possibile disturbo: lampi improvvisi, shock elettrici e musica ad altissimo volume. Conclusione: tutti e tre si addormentarono nel giro di 12 minuti.
    7 - Il disgusto non ha una sola faccia. Lo ha dimostrato l’esperimento del 1924 del professor Carney Landis dell’Università del Minnesota: lo scienziato ha chiesto a un gruppo di volontari di odorare dell’ammoniaca, ascoltare del jazz, guardare delle foto porno e mettere le mani in un secchio pieno di rane. Conclusione: impossibile trovare una sola espressione comune a tutti per indicare il disgusto provato.
    8 - Convinto che la febbre gialla non fosse contagiosa, il dottor Stubbins Ffirth decise di dimostrarlo sulla propria pelle, bevendo il vomito di malati di febbre gialle e sfregandolo su ferite aperte. Conclusione: il medico non si ammalò, ma non perché la malattia non fosse contagiosa, bensì perché si è poi scoperto che la febbre gialla si trasmette da una zanzara.
    9 - Negli anni Trenta il professor Robert Cornish dell’Università di Berkeley tentò di riportare in vita alcuni cani morti, soprannominati Lazarus, facendoli andare su e giù su un’altalena, mentre iniettava loro una miscela di adrenalina e anti-coagulanti. Conclusione: alcuni dei fox terrier tornarono alla vita e, seppure ciechi e con danni al cervello, resistettero qualche mese.
    10 - Qual è il comportamento sessuale dei tacchini maschi? A questa domanda hanno cercato di rispondere Martin Schein ed Edgar Hale della Pennsylvania University negli anni Sessanta, quando hanno scoperto che questi animali non sono poi così difficili da accontentare. Conclusione: per eccitarli basta anche un pezzo di legno, con le fattezze di un tacchino femmina.

    giovedì 20 settembre 2012

    La storia della centesima scimmia

    La scimmia giapponese Macaca fuscata, è stata osservata allo stato selvaggio per un periodo di oltre 30 anni. Nel 1952, sull'isola di Koshima, alcuni scienziati davano da mangiare alle scimmie delle patate
     dolci sepolte nella sabbia. Alle scimmie piaceva il gusto delle patate dolci, ma trovavano la sabbia assai sgradevole.

    Un giorno una femmina di 18 mesi chiamata Imo scoprì che era in grado di risolvere il problema lavando le patate in un ruscello vicino. In seguito insegnò questo trucco a sua madre. Anche i suoi compagni di gioco impararono a lavare le patate e lo insegnarono anche alle loro madri. Questa innovazione culturale fu gradualmente accolta dalle varie scimmie mentre gli scienziati le tenevano sotto osservazione.

    Tra il 1952 e il 1958 tutte le scimmie giovani impararono a lavare le patate dolci per renderle più appetitose. Solamente gli adulti che imitarono i loro figli appresero questo miglioramento sociale, gli altri continuarono a mangiare le patate sporche di sabbia.

    Poi accadde qualcosa di veramente notevole...

    Possiamo dire che nell'autunno del 1958 vi era un certo numero di scimmie sull'isola di Koshima che aveva imparato a lavare le patate, non si conosce il numero esatto.

    Supponiamo che un dato giorno, quando il sole sorse all'orizzonte, vi fossero 99 scimmie che avevano imparato a lavare le loro patate. Supponiamo inoltre che proprio quella mattina, la centesima scimmia imparò a lavare patate.

    A quel punto accadde una cosa molto interessante! Alla sera di quel giorno praticamente tutte le scimmie sull'isola avevano preso l'abitudine di lavare le patate dolci prima di mangiarle. L'energia aggiunta di questa centesima scimmia aprì in qualche modo un varco ideologico!

    La cosa più sorprendente, osservata da questi scienziati, fu il fatto che l'abitudine di lavare le patate dolci attraversò, in seguito, il mare. Infatti colonie intere di scimmie sulle altre isole ed anche gruppi di scimmie a Takasakiyama cominciarono a lavare le loro patate dolci!

    Sembra perciò che quando viene superato un certo numero critico di elementi raggiunge una nuova consapevolezza, la medesima viene passata da una mente all'altra. Sebbene il numero critico possa variare, il Fenomeno delle Cento Scimmie indica che quando vi sono poche persone che conoscono qualcosa di nuovo, questo nuovo concetto rimane di loro esclusiva proprietà.

    Ma se a loro si aggiunge anche una persona in più, e si raggiunge il numero critico, si crea una idea così potente da poter entrare nella consapevolezza di quasi tutti i membri di quel gruppo!

    mercoledì 19 settembre 2012

    Cerchi nel grano


    Per anni si è cercata la vera spiegazione che sta dietro al fenomeno mondiale noto con il nome di Crop Circle o Cerchi nel Grano: ma tutt’oggi non si è ancora giunti a una soluzione conclusiva del mistero. Infatti, le sue origini le quali potrebbero dare una svolta incredibile alla questione, sono ancora avvolte nel mistero.
    Un primo passo però è stato fatto e si deve a un manifesto inglese del 1678 sul quale viene riportata la più antica testimonianza del fenomeno in questione.
    Il manifesto racconta di un ricco proprietario terriero che osò respingere la richiesta di aumento di ricompensa del bracciante che gli doveva mietere il campo. L'uomo imprecò per tutta risposta: "Che lo mieta il diavolo, allora!". "Accadde così che proprio quella notte il campo di avena iniziò a splendere come se fosse in fiamme, ma il mattino dopo si presentò mietuto alla perfezione".
    "Non si sa se mietuto dal diavolo da un altro demone: di certo non da un essere umano. Quando il padrone si avvicinò alle balle d'avena, non aveva più la forza né per sollevarli, né per portarle via".
    L'illustrazione del manifesto raffigura un diavolo, con una falce in mano, circondato dalle spighe mietute e adagiate a terra in vari cerchi concentrici.
    Che le origini dei famosi cerchi risalga al 1678? O forse dobbiamo andare ancora più indietro? La risposta ce la fornisce il dottor Alfredo Lissoni nel suo Libro “UFO i Dossier del Vaticano”: “E’ presumibile che la comparsa di questi crops, documentate a Lione già nell’anno 810 e che tutt’oggi attirano in tutto il mondo, ove appaiono schiere di curiosi, orde di esoteristi e persino di channelers e praticanti di kung fu shaolin, venisse inteso, nell’Europa postmedievale, dalle streghe come un invito da parte del diavolo a recarsi nottetempo nel campo per un sabba”
    E come se non bastasse Lissoni approfondisce di più mostrando la mentalità della chiesa nelle epoche antiche: “Le autorità ecclesiastiche diedero più volte la colpa degli strani fenomeni che danneggiavano i campi ai tempestarii, particolari streghe e stregoni ritenuti capaci di suscitare tempeste con sortilegi, per distruggere i raccolti”. 
    Stregoneria? E’ questa la soluzione del problema e il mistero della sua origine? E la teoria biofisica del professor Levengood con tutte le altre teorie le buttiamo via?
    Non credo che sia questa la strada da seguire anche perché sarebbe troppo semplice affibbiare il tutto alla magia e alla stregoneria. La questione, secondo me, è molto più complessa e affonda le sue radici in due punti cardine:

    1 alla base di tutto vi sono esseri provenienti da un altro pianeta e non di maghi o stregoni.

    2 il processo di formazione dei cerchi è qualcosa di tecnologico e non magico.

    Anzi per essere più precisi i termini “mago”, “magia”, “stregone” e “stregoneria” sono termini corretti da una certa angolazione e l’angolazione è il tipo di mentalità che si aveva in determinate epoche remote.
    Tornando un attimo a Lione dove risiede una possibile documentazione di cerchi nell’810 abbiamo un altro fatto alquanto curioso.
    Nell’840 l’Arcivescovo Agobardo di Lione raccontò come avesse rimproverato severamente i contadini francesi per la loro credenza nei sollevatori di tempeste, nei demoni scorrazzanti per il cielo e negli uomini spaziali provenienti dall’area di Magonia.
    Tale informazione, proviene anch’essa dal libro “UFO i Dossier del Vaticano”, e mostra come in passato la questione UFO già esistesse ma veniva vista in modo magico e in molti casi anche diabolico dato il termine “demoni scorrazzanti per il cielo”, che potrebbero benissimo essere dischi volanti con una forma e colore particolare.
    Ovviamente ci sono molti punti oscuri e quello principale si nasconde dietro la seguente affermazione: se i cerchi hanno un origine cosi remota, e lo dimostra non solo il fatto che riportino simboli di culture con origini molto antiche (cristiane, egiziane, ecc…) ma anche il fatto che sono legati al fenomeno UFO il quale a sua volta è legato alla religione stessa, la domanda nasce spontanea. Perché della loro presenza in epoche remote non abbiamo traccia?  Perché abbiamo solo indicazioni dagli anni 80 in poi? Cosa si nasconde in quell’arco di tempo che va dalle epoche più remote, prendiamo l’810 come riferimento, fino ad oggi?

    La risposta forse sta nel libro “Il mistero dei Cerchi nel Grano: gli Extraterrestri sono tornati” di Michael Hesemann, anzi, vi è più di una semplice risposta.
    Nel libro si parla di persone che hanno provato a falsificare i cerchi e a far credere che il fenomeno di per se fosse una pura e semplice invenzione. L’esempio più lampante è stato quello di “Doug e Dave” due pensionati che in un primo tempo si auto affermarono creatori dei cerchi ma quando gli venne chiesto di riprodurli la questione cadde da sola. Inoltre nel suo libro Hesemann parla di un incontro tra i due pensionati e Colin Andrews, uno dei primi ricercatori che si mise a studiare il mistero. Ecco cosa accadde. La prima domanda che Colin pose loro fu se anche la famosa croce celtica di Longstock, che illustrava la copertina di Circular Evidence, fosse opera loro. Avendo i due risposto affermativamente, Andrews chiese loro come avessero fatto ad intrecciare le spighe del tondo centrale; seguì un silenzio imbarazzante, finché Dave non ammise a voce sommessa: “quell’anello centrale non lo abbiamo fatto noi”.
    Nel libro viene avanzata l’ipotesi che Doug e Dave si fossero auto accusati per fare credere alla gente che i cerchi fossero solo ed esclusivamente opera dell’uomo, ma i fatti dimostrano che la questione andò diversamente e per concludere in bellezza nel libro si parla anche di una possibile congiura di cui farebbero parte la Gran Bretagna, gli USA, la Repubblica Federale tedesca e il Vaticano.
    Tale congiura aveva lo scopo di screditare i cerchi per il timore che venissero interpretati come messaggi extraterrestri causando un’alterazione della coscienza del mondo.
    Questo aspetto, che ho anche affrontato in un mio articolo nel quale ipotizzo il governo USA e il Vaticano a capo del Nuovo Ordine Mondiale, va preso con le pinze ma credo che si avvicini molto alla verità e per capirlo meglio vi consiglio di leggere con molta attenzione i miei due articoli della sezione “complotti e cospirazioni” di cui allego il link tra le fonti dell’articolo in questione.
    Non dico di essere il portare della verità ma se ho trovato un frammento di essa è giunta l’ora che lo vediate anche voi.